Solidarietà e cooperazione internazionale per e con i bambini/e e i giovani

 

Lo scenario:

Si stima che nel mondo vivano circa 2,2 miliardi di bambine/i e ragazze/i (minori di 18 anni), diversamente distribuiti nei vari continenti. E’ l’Africa il continente più giovane con una percentuale di minorenni che raggiunge il 50% della popolazione.

Quasi un miliardo (per la precisione 945 milioni nel 2018) di bambini/e e ragazzi/e vive in Paesi in cui gli obiettivi dell’Agenda, o SDGs, sono lontani dall’essere raggiunti, dove non sono protetti dalla violenza e non hanno possibilità di vivere in un ambiente sicuro e pulito.

Entrando più nel dettaglio, sono ben 5 milioni i bambini e le bambine sotto i 5 anni d’età che muoiono nel mondo, anche per cause facilmente risolvibili.  A dispetto dei miglioramenti che si sono avuti nel resto del mondo, in Africa subsahariana aumentano i bambini e le bambine malnutriti/e o gravemente denutriti/e. Ancora un/a bambino/a su 5 non va a scuola, un fenomeno che riguarda in particolare chi  appartiene alle fasce più povere ed emarginate della popolazione. Solo il 66% dei paesi hanno raggiunto la parità di genere nell’educazione primaria. E’ drammatico l’aumento (+80%) dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che vivono in contesti di guerra e coinvolti nelle migrazioni, anche a causa del cambiamento climatico.

Sono drammatici i dati sul numero di minori coinvolti in fenomeni di sfruttamento sessuale o di tratta. Si stima che siano almeno 140 milioni i bambini orfani di almeno un genitore nel mondo mentre non abbiamo dati sui minori che vivono fuori famiglia.

Per quanto riguarda l’Italia, al 1 gennaio 2019 i bambini e ragazzi minori di 18 anni residenti nel nostro Paese erano 9.679.134. Di questi erano 1.260.000 quelli che vivevano in povertà assoluta, un numero che è più che triplicato in dieci anni, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018, e che si stima ulteriormente raddoppiato con la pandemia. Sono circa 450 mila i minorenni in carico ai servizi sociali perché in situazioni “a rischio”. Una situazione di particolare vulnerabilità è quella dei minori stranieri non accompagnati che al 31 dicembre 2019 risultavano essere  6.054. Aumentano inoltre negli ultimi anni episodi di razzismo legati alle differenti caratteristiche somatiche di cui sono vittime  tanti bambini/e e ragazzi/e, italiani e non, residenti in Italia .

 

I punti di attenzione:

  1. Tra tutti i gruppi di popolazione a cui fa riferimento l’Agenda 2030, i/le bambini/e e i/le ragazzi/e sono sicuramente i/le più vulnerabili e questo sarebbe un motivo sufficiente per metterli al centro dell’attenzione in un dibattito sulla solidarietà e cooperazione internazionale. Invece essi rimangono sempre più ai margini del dibattito  politico e culturale, sia a livello nazionale che internazionale. Questa situazione si è, se possibile, aggravata con la pandemia. La fortunata condizione per cui i minori sono meno soggetti al contagio da Covid 19 e allo sviluppo di sintomi gravi aggiunto al fatto di non essere considerati parte del tessuto produttivo e quindi dell’economia dei Paesi, li ha di fatto relegati ad una condizione di invisibilità, e ciò è ancora più vero per quelli che vivono in situazioni di particolare fragilità.  Anche la cooperazione italiana sembra poco attenta alla condizione di bambine/i e ragazze/i tanto che le Linee guida sui Minori, emanate dal Ministero degli esteri, non sono ancora state aggiornate e sono ferme al  2012.  E’ necessario quindi riportare l’attenzione della cultura amministrativa e politica sui diritti di bambine/i e ragazze/i, in particolare quello all’ascolto e alla partecipazione.

 

  1. La condizione di vulnerabilità di bambini e ragazzi ha suscitato l’attenzione e stimolato la solidarietà di molti cittadini e organizzazioni che hanno attivato azioni concrete a tutela e supporto dei minori, tra cui sostegno a distanza, adozione internazionale, varie forme di volontariato. Se da una parte è importante valorizzare questa forma di partecipazione civile e solidarietà delle persone, dall’altra  bisogna anche richiamare alla necessità di professionalità, attenzione e policies adeguate per chiunque si trovi ad operare con i bambini. Ciò per prevenire qualsiasi possibilità di abuso, un pericolo purtroppo sempre presente, a maggior ragione nel caso di  persone così fragili come quelle di minore età. In questo senso ha suscitato dibattito a livello internazionale anche le esperienze di volontariato a supporto di orfanotrofi o centri di accoglienza di minori. 
  2. Le immagini dei bambini sono spesso utilizzate per sensibilizzare l’attenzione delle comunità alle loro condizioni di vulnerabilità o per raccogliere fondi per interventi in loro favore. Non sempre però ciò viene fatto in modo rispettoso della loro dignità e in ottemperanza delle regole condivise in merito alla comunicazione ed in particolare alla carta di Treviso. ancor più  se si tratta di bambini stranieri. E’ importante che le organizzazioni che si occupano di solidarietà e cooperazione internazionale condividano e si impegnino a garantire standard di comunicazione sempre più elevati e rispettosi della dignità dei bambini e delle comunità in cui vivono.
  3. Il recente protagonismo di bambini, bambine, ragazzi e ragazze sulla scena internazionale (la mobilitazione a favore dell’ambiente scatenata da Greta Thunberg con i Fridays for Future o i Consigli Comunali delle bambine e dei bambini attivi in molte città) sottolinea ancora una volta la grande potenzialità delle giovani generazioni. E’ fondamentale valorizzare questa spinta alla partecipazione alla vita sociale e civile, decisiva per la costruzione del futuro di tutti.