Investire sulla salute è un’azione fondamentale per garantire la crescita inclusiva e sostenibile dell’intero continente

 

L’agenda 2030 prevede un forte impegno politico per la salute pubblica affermando che “Per promuovere la salute e il benessere fisico e mentale e per estendere l’aspettativa di vita per tutti, dobbiamo raggiungere una copertura sanitaria universale e l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità.”

A fronte delle continue evoluzioni socioeconomiche ed epidemiologiche in corso, la cooperazione sanitaria acquista un ruolo ancora più rilevante e il principio trasversale che può e deve guidare ogni intervento è quello dell’equità, principio ispiratore del movimento globale per la copertura sanitaria universale (Universal Health Coverage – UHC),1 che fonda le proprie radici nell’assunto imprescindibile che la salute è un diritto umano fondamentale.

Gli obiettivi dell’UHC includono: (i) Equità nell’accesso ai servizi sanitari; (ii) la qualità dei servizi sanitari; (iii) La protezione dal rischio finanziario.

Di fronte a crisi globali quali l’attuale pandemia da COVID-19, è fondamentale che i leader riconoscano l’interconnessione tra l’UHC e le emergenze sanitarie e ricordino i loro impegni nei confronti dell’Universal Health Coverage2.

Per realizzare questa visione, è fondamentale il rafforzamento dei sistemi sanitari locali (HSS) dagli ospedali ai centri per la salute, nonché rafforzamento del ruolo di operatori sanitari e di comunità. Considerate, tuttavia, le criticità sanitarie del continente africano, la cooperazione non può prescindere dal rafforzamento dell’assistenza materna, neonatale e infantile (SDG 3, target 1 e 2) attraverso servizi integrati, così come dal rafforzamento dei servizi per la salute sessuale e riproduttiva (SDG 3, target 7 e SDG 5, target 6). Il rafforzamento dei sistemi sanitari, inoltre, è necessario per favorire l’accesso universale alle misure di prevenzione e cura di malattie quali l’HIV/AIDS, la tubercolosi, la malaria, la poliomielite e le altre malattie infettive (SDG 3, target 3).

L’approccio dell’HSS – seppure da adattare ai singoli contesti – rimane valido ed applicabile ovunque. Questo approccio costringe a ragionare sul lungo termine ed in maniera integrata, prendendo in considerazione 6 pilastri fondamentali: fornitura dei servizi, risorse umane, sistemi d’informazione, medicinali essenziali, finanziamento del sistema sanitario, leadership/governance.

Accanto agli sforzi illustrati per raggiungere l’HSS, è fondamentale riconoscere il ruolo essenziale di interventi basati sulla promozione dell’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico sanitari (SDG 6) e a favore di un’adeguata alimentazione e nutrizione (SDG2). Senza l’accesso a fonti di acqua sicure è impossibile prevenire malattie e mantenere un buono stato di salute. La presenza di acqua nei centri sanitari è condizione imprescindibile per la realizzazione del principio fondante dell’UHC basato su un’assistenza di qualità e centrata sulla persona. Analogamente, attività di prevenzione della malnutrizione attraverso l’acqua sono fondamentali per migliorare lo stato della salute in generale, ridurre il rischio di parti prematuri, di nascite a basso peso e con difetti congeniti.

Nell’ambito della concezione di salute concepita dagli SDG come una precondizione necessaria per raggiungere lo sviluppo sostenibile, “OneHealth” (OH) si delinea come approccio ‘ideale’. Il concetto di OH riconosce la relazione esistente tra persona, animale e ambiente, promuovendo lo sforzo congiunto di più discipline professionali che operano a livello locale, nazionale e globale per raggiungere una condizione di salute ottimale e integrata di persone, animali e dell’ambiente stesso3.

L’aumentato contatto con animali domestici e selvatici; i cambiamenti climatici; la globalizzazione; la deforestazione, la costruzione di dighe, l’abbandono di aree montane; l’eccesso di densità umana e animale su territori sempre più limitati, sono tutti elementi che stanno modificando la salute dell’ambiente, degli animali e della persona: i 2/3 delle malattie emergenti sono di provata o probabile origine animale, come nei casi di Influenza Aviaria, SARS, MERS e della più recente pandemia da COVID-19.

Gli elementi essenziali di OH sono: (i) il riconoscimento della stretta correlazione tra animale-uomo-ambiente; (ii) il valore dell’approccio collaborativo e multidisciplinare per promuovere la salute di animali, uomini e ambiente; (iii) l’importanza di coinvolgere esperti, autorità e comunità locali in un lavoro transdisciplinare e partecipativo; e (iv) la necessità di raccogliere l’evidenza su scala locale, per contribuire alla formulazione delle politiche nazionali e globali.

E’ imperativo che tutte le attività intraprese in ambito sanitario siano disegnate sulla base di evidenze scientifiche, su tecnologie e metodologie appropriate allo specifico contesto di intervento nonché su rigorose valutazioni di costo-efficacia che non devono condurre però a scelte utilitaristiche. Infatti, secondo il principio dell’equità, benefici di pari entità assumono valori diversi a seconda del profilo del beneficiario: chi versa in condizioni svantaggiate e di maggior bisogno merita indubbiamente maggiore attenzione e assistenza. Anche lo strumento dell’”impatto globale delle patologie”, che sempre in un’ottica utilitaristica si concentra sulle patologie che generano globalmente l’onere maggiore, va adottato in maniera critica. Infatti, l’impegno su tali patologie non può essere sostenuto a totale discapito di condizioni neglette o considerate secondarie (malattie tropicali, salute mentale, etc.) poiché queste spesso incidono profondamente sulla qualità della vita di persone che vivono nelle “periferie del mondo”.

Infine, la sfida mondiale alla pandemia da Covid-19 ha reso ancora più evidenti contraddizioni, limiti, disuguaglianze e potenzialità riguardo alla tutela della salute di tutti.

Imparando da questa pandemia, i paesi più fragili ed in particolare il continente africano, non dovranno mai più trovarsi in una posizione di dipendenza da altri paesi per forniture mediche salvavita. La comunità internazionale, gli organismi internazionali devono fare tutto il possibile affinché i paesi fragili possano diventare autosufficienti nel futuro prossimo rispetto a produzione essenziali, quali dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari e per le comunità, nonché rispetto al sostegno alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione locale di diagnostica, cure e vaccini.

2UHC2030 Co-Chairs’ statement on COVID-19 and UHC, 26 marzo 2020

3AMVA (2008) One Health: A New Professional Imperative [https://www.avma.org/KB/Resources/Reports/Documents/onehealth_final.pdf]

.